Questa strada che è l'antica via romana Prolaqueum, lodierno Pioraco, era uno dei principali diverticoli della Flaminia.
La strada, infatti da Nocera, staccandosi dal percorso classico della Flaminia, costruita dal console Caio Flaminio, raggiungeva Septempeda (Statio Dubios), Treia, Auxinum e quindi Ancona.
Lungo questa strada sorgono molti paesi sconosciuti dell'Umbria, di antica storia e ricchi di manifestazioni artistiche di grande valore.
Un Umbria aspra e povera, dalla vita ancora semplice e dalle espressioni spesso essenziali ma carica di storia, di religione, di arte, spesso sepolta o dimenticata.
Bagnara si trova lungo questa strada presso le sorgenti del Topino il fiume che Dante cantò nel noto passo del Paradiso (canto XI) glorificando la vita di San Francesco d'Assisi.
Le sue origini risultano essere assai remote, infatti si ritiene che i cavernicoli del Paleolittico abbiano abitato le numerose grotte ancora esistenti lungo il fiume Topino.
Notizie più recenti del nostro territorio risalgono al 1100 dove negli antichi documenti è chiamata nel latino-medioevale Bagnariae e il nome sta a significare labbondanza delle acque.
Oggi a Bagnara ci sono due chiese che testimoniano lantica storia di questo villaggio: Santa Lucia di Aggi e S.Egidio.
La chiesa di S.Lucia di Aggi è menzionata per la prima volta in una Bolla Papale di Alessandro III del 1174 viene successivamente menzionata nel 1252 in un Breve di Papa Innocenzo IV, in cui il possesso della chiesa è confermato ai monaci dellAbbazia di S.Croce di Sassoferrato.
La chiesa appare come una piccola costruzione di campagna dalle ridotte dimensioni, ma disegnata in un delicato quanto elegante stile Gotico, ancora visibile nell'arco acuto dei due portali.
Gli affreschi sono diversi ma i più noti sono la Santa Lucia e la Madonna con il Bambino che sono opera del pittore Matteo da Gualdo, affreschi del Maestro realizzati intorno al 1484/85.
La chiesa di S.Egidio, chiesa parrocchiale di Bagnara, è una costruzione risalente al secolo XIV.
La prima volta infatti che la chiesa di S.Egidio appare citata da documenti è nel 1333, nel pagamento della Decima al Papa Giovanni XXII.
Nel 1573, viste le numerose famiglie residenti, fu rilevata dal visitatore apostolico la necessità per il parroco di risiedervi e l'Università degli Uomini di Bagnara si fece carico di costruire la casa dove avrebbe risieduto il parroco.
Nel 1574 sempre l'Università degli Uomini di Bagnara realizzò la fonte Battesimale.
Nel 1612 si fece erigere un nuovo campanile e fondervi una campana dagli Uomini dellUniversità di Bagnara che costò scudi quaranta.
Il suo acquisto venne cosi motivato nella delibera degli Uomini dell'Università "perché spesso occorre perseguire banditi et uomini facinorosi che capitano nelle nostre montagne, se pare di comprare una campana per dare all'arme et radunare il popolo e perseguitare li detti banditi, et uomini facinorosi, la quale campana potrà anco servire per congregare gli uomini dell'adunanza in servizio pubblico".
La chiesa presenta numerosi affreschi alcuni opera di Matteo da Gualdo, tre bei monumentali altari e un bellissimo organo del XIX secolo opera della ditta Carletti di Fabriano.
La chiesa per il suo pregio artistico è compresa nellelenco degli edifici monumentali.
Abbiamo visto più volte l'intervento attivo e diretto degli Uomini dell'Università di Bagnara per la realizzazione di alcune opere ma l'Università cosa rappresentava allora e cosa rappresenta oggi per il villaggio di Bagnara?
La vita del piccolo villaggio si concentrava tutta ormai nella chiesa e nell'Università, infatti, accanto alla chiesa parrocchiale esisteva da tempo antichissimo un'Università hominis la cui importanza fu notevole perché tutelava gli interessi puramente agricoli e montani del villaggio.
Il più antico documento riguardante l'Università hominis di Bagnara è un istromento, redatto nella chiesa di S.Antimo l'8 Marzo 1343 sotto il pontificato di Papa Clemente VI quando alcuni uomini di Bagnara acquistarono in comunione alcune terre ricche di pascoli e boschi dove alcune famiglie di Bagnara avevano diritto di far pascere i loro animali e tagliare i boschi per rifornirsi della legna necessaria per scaldare le loro case, cucinare o ricavarne attrezzi da lavoro.
Sappiamo che a capo vi era un Sindaco, eletto tra gli "Offitiali" che erano cinque ed a loro spettava garantire e tutelare gli usi civici, degli aventi diritto, sulla proprietà collettiva.
Ebbe cosi origine l'Università hominis Bagnariae ed era organizzata e costituita con suoi statuti, possedeva diversi beni detti "Bona Comunalia" che nessuno dei facenti parte dellUniversità poteva vendere o alienare a forestieri senza licenza espressa di tutta l'Università degli Uomini.
Nell'era feudale l'esercizio dei diritti di uso civico trovava la sua ragione nelle primarie esigenze di vita della popolazione, sono diritti sorti per ritrarre dalla terra le utilità essenziali per la vita, conservando le attività ad essa connesse per un tempo illimitato soddisfacendo i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future a soddisfare i propri, senza alterare l'ambiente naturale, sociale e non frenare lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche presenti nel territorio (oggi sviluppo sostenibile).
I beni dell'Università sono di proprietà collettiva e la proprietà collettiva non è quella del codice civile, essa risponde ad un modello culturale diverso, persegue mete diverse rispetto a quelle della proprietà del codice civile.
La proprietà del codice civile si può vendere, è alienabile, si acquista anche per effetto del possesso attraverso l'usucapione è suscettibile di essere divisa, come capita normalmente tutte le volte che muore il proprietario e i suoi eredi sono più di uno.
La proprietà collettiva è invece, per legge e per storia delle istituzioni, configurata in modo diverso: è inalienabile, è in usucapibile, è indivisibile.
Qual'è linteresse protetto attraverso l'inalienabilità e la destinazione immodificabile della proprietà collettiva?
L'interesse va oltre quelli che si riflettono nelle generazioni viventi, è l'interesse dei nostri figli e dei loro figli, delle generazioni che seguiranno la nostra, perché la tendenziale perpetuità della destinazione agrosilvo-pastorale serve proprio a questo,"serve a conservare beni fondiari per le generazioni a venire a garantirne la tutela" (Paolo Vitucci prof. Diritto privato UniversitàSapienza).
In forza a tali regole e garanzie dopo oltre 650 anni dalla sua fondazione l'Huniversitas hominis Bagnara oggi è ancora un istituzione ben presente nel territorio e oltre che occuparsi di usi civici, come nel passato destinando le rendite per il miglioramento del patrimonio dell'Ente, si occupa, nel rispetto dello statuto, anche dello sviluppo sociale, culturale ed economico realizzando, con proprie risorse, quanto necessita per il raggiungimento di queste finalità quali: impianti sportivi, aree ricreative attrezzate, edifici per uso sociale, percorsi turistici (M. Pennino), utilizzo delle energie alternative e quantaltro necessita per l'incremento e lo sviluppo del territorio al fine di evitare o almeno frenare lo spopolamento che in questi ultimi anni sta svuotando tanti piccoli villaggi dispersi in questo Appennino Umbro-Marchigiano.
IL PRESIDENTE