Villaggio Sostenibile - Università Agraria Bagnara

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Villaggio Sostenibile

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ORIGINI DELVILLAGGIO SOSTENIBILE BAGNARA

Il terremoto del 1997 ha segnato profondamente l'animo dei nocerini e il territorio stesso.
Violentemente dei veri e propri "accampamenti" costituiti da casette di legno hanno fatto irruzione nel contesto ambientale marcando a fuoco il paesaggio.
Le casette di legno hanno ospitato per anni le famiglie terremotate di Nocera Umbra, nelle aree di prima emergenza di Acciano, Bagnara, Boschetto, Capannacce, Capanne, Case Basse, Castiglioni, Cellerano, Colpertana, Isola, Lanciano, Le Prata, Mascionchie, Molina, Mosciano, Nocera Scalo, Pascigliano, Salmata, Schiagni, Sorifa, Stravignano, Villa Postiganano e Ville Santa Lucia, i containers hanno lasciato spazio ai più confortevoli alloggi in legno, a costituire dei villaggi di solidarietà.
A dieci anni dai sussulti della terra del Settembre 1997 emerge forte lesigenza di ricostruire oltre le case, un territorio, profondamente segnato dal sisma e dal lento percorso della ricostruzione.
Ma quale modo migliore per guardare al futuro, se non quello di integrare queste casette di legno nel territorio circostante, rendendole punto di aggregazione e fonte di occupazione e ricchezza per il territorio?
Per questi motivi il consiglio di amministrazione dell'Università Agraria Bagnara a suo tempo ha fatto richiesta al comune di Nocera Umbra per la gestione di queste strutture allo scopo di recuperare gli alloggi in legno del villaggio di solidarietà di Bagnara, per realizzare un villaggio basato sui principi della sostenibilità, che sia centro di aggregazione sociale e di stimolo verso un atteggiamento eco-compatibile dellintera comunità di Bagnara.
Valorizzare il territorio ad alta valenza naturalistica, per finalità di accoglienza turistica, creare un aula verde per attività di educazione ambientale e un museo del territorio rappresentativo delle eccellenze della zona dalle sorgenti del fiume Topino, ai fossili del Monte Pennino, dalle Grotte dell'Angelo ai prodotti del bosco, questi gli obiettivi di un progetto pilota che potrebbe essere un esempio possibile di recupero e riutilizzo dei villaggi di emergenza esistenti nel territorio nocerino.
Questo progetto di recupero e riutilizzo del villaggio di solidarietà di Bagnara a villaggio di sostenibilità nasce da questa esigenza, ricostruire e valorizzare il proprio territorio per creare unoccasione di sviluppo, secondo i principi della sostenibilità dando vita a percorsi di educazione ambientale, accoglienza turistica, turismo rurale, riscoperta delle tradizioni e delle eccellenze.

Bagnara,Settembre 2007

Perticoni Lorenzo






IVILLAGGIO DI BAGNARA E

 L'UNIVERSITA DEGLI UOMINI DI BAGNARA

Il villaggio di Bagnara si trova lungo la strada Prolaquense, oggi Septempedana, che da Nocera congiunge lUmbria con le Marche.
Questa strada che è l'antica via romana Prolaqueum, lodierno Pioraco, era uno dei principali diverticoli della Flaminia.
La strada, infatti da Nocera, staccandosi dal percorso classico della Flaminia, costruita dal console Caio Flaminio, raggiungeva Septempeda (Statio Dubios), Treia, Auxinum e quindi Ancona.
Lungo questa strada sorgono molti paesi sconosciuti dell'Umbria, di antica storia e ricchi di manifestazioni artistiche di grande valore.
Un Umbria aspra e povera, dalla vita ancora semplice e dalle espressioni spesso essenziali ma carica di storia, di religione, di arte, spesso sepolta o dimenticata.
Bagnara si trova lungo questa strada presso le sorgenti del Topino il fiume che Dante cantò nel noto passo del Paradiso (canto XI) glorificando la vita di San Francesco d'Assisi.
Le sue origini risultano essere assai remote, infatti si ritiene che i cavernicoli del Paleolittico abbiano abitato le numerose grotte ancora esistenti lungo il fiume Topino.
Notizie più recenti del nostro territorio risalgono al 1100 dove negli antichi documenti è chiamata nel latino-medioevale Bagnariae e il nome sta a significare labbondanza delle acque.
Oggi a Bagnara ci sono due chiese che testimoniano lantica storia di questo villaggio: Santa Lucia di Aggi e S.Egidio.
La chiesa di S.Lucia di Aggi è menzionata per la prima volta in una Bolla Papale di Alessandro III del 1174 viene successivamente menzionata nel 1252 in un Breve di Papa Innocenzo IV, in cui il possesso della chiesa è confermato ai monaci dellAbbazia di S.Croce di Sassoferrato.
La chiesa appare come una piccola costruzione di campagna dalle ridotte dimensioni, ma disegnata in un delicato quanto elegante stile Gotico, ancora visibile nell'arco acuto dei due portali.
Gli affreschi sono diversi ma i più noti sono la Santa Lucia e la Madonna con il Bambino che sono opera del pittore Matteo da Gualdo, affreschi del Maestro realizzati intorno al 1484/85.
La chiesa di S.Egidio, chiesa parrocchiale di Bagnara, è una costruzione risalente al secolo XIV.
La prima volta infatti che la chiesa di S.Egidio appare citata da documenti è nel 1333, nel pagamento della Decima al Papa Giovanni XXII.
Nel 1573, viste le numerose famiglie residenti, fu rilevata dal visitatore apostolico la necessità per il parroco di risiedervi e l'Università degli Uomini di Bagnara si fece carico di costruire la casa dove avrebbe risieduto il parroco.
Nel 1574 sempre l'Università degli Uomini di Bagnara realizzò la fonte Battesimale.
Nel 1612 si fece erigere un nuovo campanile e fondervi una campana dagli Uomini dellUniversità di Bagnara che costò scudi quaranta.
Il suo acquisto venne cosi motivato nella delibera degli Uomini dell'Università "perché spesso occorre perseguire banditi et uomini facinorosi che capitano nelle nostre montagne, se pare di comprare una campana per dare all'arme et radunare il popolo e perseguitare li detti banditi, et uomini facinorosi, la quale campana potrà anco servire per congregare gli uomini dell'adunanza in servizio pubblico".
La chiesa presenta numerosi affreschi alcuni opera di Matteo da Gualdo, tre bei monumentali altari e un bellissimo organo del XIX secolo opera della ditta Carletti di Fabriano.
La chiesa per il suo pregio artistico è compresa nellelenco degli edifici monumentali.
Abbiamo visto più volte l'intervento attivo e diretto degli Uomini dell'Università di Bagnara per la realizzazione di alcune opere ma l'Università cosa rappresentava allora e cosa rappresenta oggi per il villaggio di Bagnara?
La vita del piccolo villaggio si concentrava tutta ormai nella chiesa e nell'Università, infatti, accanto alla chiesa parrocchiale esisteva da tempo antichissimo un'Università hominis la cui importanza fu notevole perché tutelava gli interessi puramente agricoli e montani del villaggio.
Il più antico documento riguardante l'Università hominis di Bagnara è un istromento, redatto nella chiesa di S.Antimo l'8 Marzo 1343 sotto il pontificato di Papa Clemente VI quando alcuni uomini di Bagnara acquistarono in comunione alcune terre ricche di pascoli e boschi dove alcune famiglie di Bagnara avevano diritto di far pascere i loro animali e tagliare i boschi per rifornirsi della legna necessaria per scaldare le loro case, cucinare o ricavarne attrezzi da lavoro.
Sappiamo che a capo vi era un Sindaco, eletto tra gli "Offitiali" che erano cinque ed a loro spettava garantire e tutelare gli usi civici, degli aventi diritto, sulla proprietà collettiva.
Ebbe cosi origine l'Università hominis Bagnariae ed era organizzata e costituita con suoi statuti, possedeva diversi beni detti "Bona Comunalia" che nessuno dei facenti parte dellUniversità poteva vendere o alienare a forestieri senza licenza espressa di tutta l'Università degli Uomini.
Nell'era feudale l'esercizio dei diritti di uso civico trovava la sua ragione nelle primarie esigenze di vita della popolazione, sono diritti sorti per ritrarre dalla terra le utilità essenziali per la vita, conservando le attività ad essa connesse per un tempo illimitato soddisfacendo i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future a soddisfare i propri, senza alterare l'ambiente naturale, sociale e non frenare lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche presenti nel territorio (oggi sviluppo sostenibile).
I beni dell'Università sono di proprietà collettiva e la proprietà collettiva non è quella del codice civile, essa risponde ad un modello culturale diverso, persegue mete diverse rispetto a quelle della proprietà del codice civile.
La proprietà del codice civile si può vendere, è alienabile, si acquista anche per effetto del possesso attraverso l'usucapione è suscettibile di essere divisa, come capita normalmente tutte le volte che muore il proprietario e i suoi eredi sono più di uno.
La proprietà collettiva è invece, per legge e per storia delle istituzioni, configurata in modo diverso: è inalienabile, è in usucapibile, è indivisibile.
Qual'è linteresse protetto attraverso l'inalienabilità e la destinazione immodificabile della proprietà collettiva?
L'interesse va oltre quelli che si riflettono nelle generazioni viventi, è l'interesse dei nostri figli e dei loro figli, delle generazioni che seguiranno la nostra, perché la tendenziale perpetuità della destinazione agrosilvo-pastorale serve proprio a questo,"serve a conservare beni fondiari per le generazioni a venire a garantirne la tutela" (Paolo Vitucci prof. Diritto privato UniversitàSapienza).
In forza a tali regole e garanzie dopo oltre 650 anni dalla sua fondazione l'Huniversitas hominis Bagnara oggi è ancora un istituzione ben presente nel territorio e oltre che occuparsi di usi civici, come nel passato destinando le rendite per il miglioramento del patrimonio dell'Ente, si occupa, nel rispetto dello statuto, anche dello sviluppo sociale, culturale ed economico realizzando, con proprie risorse, quanto necessita per il raggiungimento di queste finalità quali: impianti sportivi, aree ricreative attrezzate, edifici per uso sociale, percorsi turistici (M. Pennino), utilizzo delle energie alternative e quantaltro necessita per l'incremento e lo sviluppo del territorio al fine di evitare o almeno frenare lo spopolamento che in questi ultimi anni sta svuotando tanti piccoli villaggi dispersi in questo Appennino Umbro-Marchigiano.

IL PRESIDENTE

Perticoni Lorenzo




comagrariabagnara@libero.it



 
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